Per i soldi o per la gloria
Arriva in libreria un progetto editoriale intrapreso nel 2014 da Domenico Monetti e Luca Pallanch: ricostruire la storia del cinema italiano dal dopoguerra all’avvento delle tv private attraverso le parole dei produttori. Un ingranaggio fondamentale nella macchina cinematografica, spesso relegato a un ruolo pittoresco senza che gli fosse riconosciuto un diritto alla parola, come se il contributo richiesto fosse solo di natura economica. Dietro le scrivanie si nascondono invece personalità complesse che hanno ricoperto quel ruolo per vocazione, per necessità, a volte per caso. E che hanno agito Per i soldi o per gloria, perché esistono anche in questa categoria dei sognatori; come sostiene Giorgio Leopardi, uno dei decani di questa professione, «il produttore non è soltanto un tipaccio cinico e senza scrupoli, pronto solo a contar soldi, ma ha anche un cuore e il suo pupillo è il cinema d’autore».
Come sottolinea il Conservatore della Cineteca Nazionale Alberto Anile, in Per i soldi o per la gloria torna «alla luce il febbrile “dietro le quinte” del cinema italiano, fatto inestricabilmente di alto e basso, di idee geniali e scatti d’umore, di pastoie burocratiche e minimi garantiti, di cambiali e ripicche: un’armata Brancaleone popolata di geni misconosciuti e personaggi improbabili».
Per i soldi o per la gloria è composto da ventotto interviste e un contributo firmato, scanditi per sezioni: le dinastie (Vittorio Cecchi Gori, Maurizio Amati, Alessandra Infascelli, Roberto Sbarigia, Nicola Carraro, Luciano Appignani), le coppie (Adriano De Micheli e Pio Angeletti, Bruno Altissimi e Claudio Saraceni, Mino Loy e Luciano Martino, Mauro Berardi e Gianfranco Piccioli, Mario Orfini ed Emilio Bolles), gli industriali (Nicola Amenduni, Corrado Ferlaino, Giorgio Leopardi), gli allievi del Centro Sperimentale (Pier Ludovico Pavoni, Marco Vicario, Ugo Tucci, Enzo Doria, Enzo Giulioli, Enzo Porcelli), i battitori liberi (Fulvio Lucisano, Marina Piperno, Antonio Avati, Galliano Juso, Elda Ferri, Claudio Bonivento).
Il libro, scritto da Monetti e Pallanch con la collaborazione di Fabio Micolano, inaugura “Storia orale del cinema italiano”, una nuova collana di interviste e testimonianze sul cinema, e prima collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia con la casa editrice romana minimux fax.