L’11 e il 12 novembre, nell’Aula Magna del CSC, Andrea Minuz (docente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma e componente del CdA del Centro Sperimentale di Cinematografia) ha tenuto un seminario sulla Commedia all’italiana per gli allievi di tutti i corsi del secondo anno del CSC – Scuola Nazionale di Cinema; l’iniziativa è nata dall’intento di incentrare il piano di studi del secondo anno dei corsi CSC allo studio dei generi. Il seminario si è articolato in tre momenti: una parte introduttiva, la visione di alcuni estratti di film significativi e la partecipazione degli allievi che sono stati spronati a intervenire, da subito, in merito alla definizione teorica di “commedia all’italiana” e che hanno contribuito attivamente allo scambio di osservazioni finale.
Nell’introduzione, Minuz ha sottolineato che la commedia all’italiana è stato il genere per eccellenza del cinema italiano del dopoguerra, quello che ci ha reso «celebri in tutto il mondo» e che varrebbe la pena tener presente come punto di partenza per il cinema italiano anche per la difficoltà di far ridere oggi, tanto che la commedia all’italiana sembra arrivarci più dai social e dalla cronaca politica.
La commedia all’italiana identifica quei film realizzati tra la fine degli anni ‘50 e nel corso degli anni ‘60 che mettono in scena personaggi spesso «cialtroni» connotati tuttavia da lampi di genialità. Sono commedie caratterizzate sistematicamente dalla morte di alcuni dei personaggi principali, le cui storie potrebbero essere raccontate con uno stile drammatico. E’ un genere che si colloca in un momento d’oro per il cinema italiano: quando il cinema rappresentava un settore trainante e decisivo per l’economia del paese, il numero delle sale cinematografiche in Italia era il più alto del mondo ed era presente un forte star system; un genere, in sintesi, che andava di pari passo con il processo di modernizzazione del paese. Nell’immaginario collettivo la commedia all’italiana “fa rima” con Alberto Sordi, grande attore di cui è stato analizzato e discusso lo stile recitativo: uno stile celebre per l’invenzione della “mostruosità del comico”, stilizzato e mai “naturalistico” (come Sordi stesso tendeva a raccontare durante le interviste).
Tra i film analizzati nel corso del seminario: Divorzio all’italiana di Pietro Germi, I soliti ignoti di Mario Monicelli, il Il vedovo di Dino Risi, Una vita difficile di Dino Risi e Amici miei di Pietro Germi. E’ stato consigliato il libro di Tatti Sanguineti Il cervello di Alberto Sordi: Rodolfo Sonego e il suo cinema. Inoltre, tra i progetti italiani di successo realizzati negli ultimi anni e molto vicini all’essenza della commedia all’italiana, sono stati citati Boris – la fuori serie italiana di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre e Smetto quando voglio di Sydney Sibilia.
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