Dopo la proiezione di "Orfeo 9", che aveva registrato il tutto esaurito a gennaio, proseguono gli appuntamenti dei "Lunedì Nuovi Orizzonti" dell'Istituto Francese.
Nella sala dell'Institut français - Centre Saint Louis, che dipende dall'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, e all'interno dell'iniziativa "Lunedì Nuovi Orizzonti" - piattaforma di dialogo per dare spazio a progetti audiovisivi internazionali del momento o del passato -, si è svolto il 17 febbraio il secondo incontro del ciclo nato dalla collaborazione tra l'Istituto Francese e il Centro Sperimentale di Cinematografia, dedicato allo spaghetti-western, alle sue colonne sonore e agli studi Elios di Roma, nei quali molti di questi film furono realizzati. Una sala gremita - oltre al pubblico erano presenti attori e attrici, registi, produttori, compositori, autori della cinematografia, cantanti - ha ospitato la proiezione de I quattro dell'apocalisse di Lucio Fulci (1975), con Fabio Testi, e un incontro - moderato da Davide Mancori e Andrea Schiavi - con Ruggero Deodato (regista), Fabio Frizzi (compositore), Gianni Garko (attore, mr. Sartana in persona), Romolo Guerrieri (regista), Vassili Karis (attore), Roberto Sbarigia (produttore), Sergio Salvati (autore della cinematografia) e altri testimoni di quell'epoca in cui l'evoluzione tutta italiana del genere western dominava il mercato cinematografico dell'intero pianeta: Sal Borgese, Martine Brochard , Guido De Angelis, Carla Romanelli, Howard Ross, Dani Veaux e altri ancora presenti in sala.
Focus della serata gli Stabilimenti Elios. In oltre 250 mq si snodava un intero villaggio western costruito in legno e ricchissimo di dettagli. Lungo il viale centrale del paese c'era il saloon, e, al suo interno, il tavolo della roulette, un pianoforte in mogano, il bancone con specchiera, lampadari. Una scala conduceva al secondo piano; chi non ricorda Clint Eastwood nascosto dietro la porta della camera di una signora mentre il marito sta per entrare in Per un pugno di dollari di Sergio Leone? Gli arredi completi facevano parte della dotazione degli studios. Come quella camera erano rifinite anche la banca, con la cassaforte, l'ufficio dello sceriffo, con la prigione, il granaio, diverse case, il laboratorio del maniscalco, le stalle, il granaio, l'armeria e persino la chiesa, completa di banchi, altare, campanile e campane perfettamente funzionanti.
Fondatore e ideatore ne fu, nel 1963, Alvaro Mancori che iniziò la costruzione nel 1960, con l'aiuto finanziario di Edoardo De Filippo. Alvaro era già celebre come direttore della fotografia di oltre venti film di Totò - a quel tempo si chiamavano operatori. Aveva trascinato nell'impresa degli Studi Elios i fratelli Guglielmo, Mario e Sandro, quest'ultimo padre di Davide. Tutti divenuti nel tempo direttori della fotografia. Nel villaggio Elios nacquero le storie dei vari Sabata (Lee Van Cleef) , Django e Keoma (Franco Nero) , Indio Black (Yul Brinner) , Trinità (Terence Hill) e Sartana (Gianni Garko).
La serata è stata ulteriormente animata dalla voce di Minnie Millevoci, che ha interpretato dal vivo la celeberrima colonna sonora di Giù la testa.
Gli incontri proseguiranno con le proiezioni de Il portiere di notte di Liliana Cavani (30 marzo) e Roma di Federico Fellini (20 aprile), con copie in 35mm provenienti dalla Cineteca Nazionale.
Vi aspettiamo a Largo Toniolo 22, con ingresso a partire dalle ore 19.30!
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