“Ultimi giorni di “Le stagioni del nostro cinema”. Il 10 febbraio “Le soldatesse” di Zurlini, “La banda Casaroli” di Vancini e, alle 21.15, “Banditi a Milano” di Lizzani.”
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martedì 10
ore 17.00
Le soldatesse (1965)
Regia: Valerio Zurlini; soggetto: dall'omonimo romanzo di Ugo Pirro; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, V. Zurlini; fotografia: Tonino Delli Colli; musica: Mario Nascimbene; montaggio: Franco Arcalli; interpreti: Anna Karina, Marie Laforêt, Lea Massari, Rossana Di Rocco, Valeria Moriconi, Tomas Milian; origine: Italia/Francia; produzione: Debora Film - Zebra Film, Franco London Film,Omnia Deutsch, Avala Film; durata: 120'.
Fronte greco, 1942. Il tenente di fanteria Gaetano Martino viene incaricato di scortare un gruppo di prostitute destinate alle sedi militari. Dapprima offeso nella sua dignità di combattente, il giovane tenente sviluppa gradualmente un senso di solidarietà nei confronti di quella povera umanità degradata e si rende conto che molte di quelle donne hanno scelto il "mestiere" spinte dalla miseria e dalla fame. «Credo che l'interesse dei produttori per il progetto derivasse dal carattere un po' paradossale del soggetto: un giovane ufficiale italiano deve condurre a destinazione non un plotone di soldati ma un gruppo di prostitute. Fu Morris Ergas a chiamarmi perché mi occupassi del film, circa un anno prima delle riprese. Presi conoscenza della sceneggiatura scritta da Piero De Bernardi e Leo Benvenuti, una sceneggiatura che mi pareva molto affascinante per certi aspetti [...]. In fondo, la sceneggiatura partiva da una chiave di natura intimista: poco a poco l'ufficiale, nel corso del viaggio lungo e avventuroso, finiva per considerare quelle quindici povere ragazze che si prostituivano per miseria, come dei veri soldati del suo plotone. Mi pareva che la nascita di un rapporto così intenso all'epoca dell'occupazione italiana in Grecia costituisse un tema assai stimolante [...]. Alla fine della guerra gli italiani sono stati abilissimi a far cadere tutte le responsabilità su Mussolini e sui tedeschi. Secondo me, ciò che fa l'importanza di Le soldatesse, importanza spesso misconosciuta, è il fatto che il film dice: "No, la colpa non era loro ma nostra, anche noi abbiamo fatto la guerra come loro e ci siamo comportati male". E infatti è l'unico film italiano in cui si vede un massacro commesso da italiani, un atto di rappresaglia compiuto dalle camice nere, cioè dagli uomini che si distinguevano dai soldati normali soltanto per una differenza ideologica» (Zurlini).
Vietato ai minori di anni 14
ore 19.15
La banda Casaroli (1962)
Regia: Florestano Vancini; soggetto e sceneggiatura: Sergio Perucchi, Stefano Strucchi, F. Vancini; fotografia: Alessandro D'Eva; musica: Mario Nascimbene; montaggio: Tatiana Casini; interpreti: Renato Salvatori, Jean-Claude Brialy, Tomas Milian, Gabriele Tinti, Adriano Micantoni, Isa Querio; origine: Italia; produzione: Documento Film, Le Louvre Film; durata: 100'.
Le gesta della banda Casaroli, tristemente nota alle cronache per una serie di rapine in banca compiute nel 1950, partendo da Bologna, in alcune città italiane. Vancini «ha avuto […] la mano felice nel contrasto tra i fatti e la cornice, sulla singolarità di una tragedia americanizzata, inquadrata nella più pacifica e refrattaria città italiana, Bologna: sia nel disegno dei personaggi, sia nell'analisi del loro rapporto, sia nell'immergere la loro vicenda nella brumosa e malinconica scenografia dell'inverno petroniano» (Cattivelli). Il film fu rimontato per volere di De Laurentiis e a Vancini non piacque la nuova versione. «Ho conosciuto i ragazzi della generazione Casaroli: gente che usciva dalla guerra con le armi in tasca, o a portata di mano» (Vancini).
Vietato ai minori di anni 14
ore 21.15
Banditi a Milano(1968)
Regia: Carlo Lizzani; soggetto: C. Lizzani; sceneggiatura: Massimo De Rita, Dino Maiuri, C. Lizzani; fotografia: Giuseppe Ruzzolini; musica: Riz Ortolani; montaggio: Franco Fraticelli; interpreti: Gian Maria Volonté, Tomas Milian, Margaret Lee, Don Backy, Ray Lovelock, Ezio Sancrotti; origine: Italia; produzione: Dino De Laurentiis Cinematografica; durata: 102'.
La caduta della banda capitanata da Pietro Cavallero, che nella seconda metà degli anni Sessanta si rese protagonista di 17 rapine. «Lizzani ha mano felice nel rappresentare la natura impiegatizia, prosaica e piccolo-borghese di questi gangster padani: il mattino della rapina, Cavallero e i suoi si alzano di buon'ora, si recano da Torino a Milano in pullman e fanno la colazione al bar, come comuni pendolari. Rispetto a Svegliati e uccidi, la costruzione drammaturgica è più complessa e stratificata, affidata a una serie di flashback che intervallano l'interrogatorio del complice di Cavallero catturato subito dopo il colpo. La rapina al Banco di Napoli e il lunghissimo inseguimento in auto che segue posseggono un dinamismo e una forza visiva tuttora notevoli, mentre il capoluogo lombardo è uno scenario vivido e credibile» (Curti).
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